Il sonno della ragione genera mostre
Vivere momenti di condivisone durante i quali le cornici di significato che utilizziamo per definire il mondo, semplicemente sfumano, è un’esperienza che può disorientare. Sfuma infatti anche l’idea che abbiamo dell’altro ed è in questo momento che possiamo esprimere forme nuove di stare insieme, idee diverse e molto spesso sogni condivisi. Con queste poche parole possiamo riassumere gli incontri dei laboratori sull’ accoglienza e quelli dei laboratori teatrali realizzati nella primavera del 2024, che hanno coinvolto volontari, operatori e persone accolte.
La mostra è un piccolo segno di queste esperienze. Di seguito, riportiamo alcuni piccoli frammenti in ordine sparso, a partire dai protagonisti: Umberto, Drissa, Cristina, Fatuma, Toyba, Federico, Marco… buona lettura!
Qui la voce di Umberto, facilitatore dei laboratori:
Partiamo da qui, dalla voce di Drissa, un partecipante ai laboratori che hanno prodotto questa mostra
Traduzione dell’audio originale in lingua francese: “Ciao a tutti. Mi è molto piaciuto partecipare ai laboratori che abbiamo fatto: c’era della speranza dentro. All’inizio non è stato facile per me perché avrei incontrato nuove persone, molte non le conoscevo. Non mi sentivo molto a mio agio perché non ero abituato agli altri. Dopo il secondo incontro però ho cominciato ad abituarmi agli altri, alla mescolanza di culture e di colori che mi è molto piaciuta. Ho davvero passato dei bei momenti assieme con persone con nuove culture e questa cosa mi è molto piaciuta. Mi piacerebbe continuare queste attività perché mi hanno permesso anche di liberarmi un po’ dai miei pensieri. Ringrazio tutte le persone che hanno partecipato con me ai laboratori, la Caritas e i volontari.”
Che sarà della mia vita?
Qui la reinterpretazione del brano “Che sarà?”, a cura e con la voce di @Tommasopercaso:
A Quinto Vicentino i volontari e le persone accolte si ritrovano per suonare e cantare insieme. Dall’incontro emerge questa canzone dei Ricchi e Poveri. Ascoltarla cogliendo il punto di vista di chi oggi intraprende un progetto migratorio, ne fa assumere un significato profondo.
“Gli amici miei son quasi tutti via e gli altri partiranno dopo me” è la storia di un Italia di paesi che si svuotano, di immigrazione e povertà. Un passato ed un presente che ci appartengono come parti del nostro patrimonio storico e sociale. “Paese mio ti lascio, io vado via” è una frase che è un ponte per tutti coloro che hanno lasciato la loro casa in ogni parte del mondo.
Ma soprattutto “che sarà, che sarà, che sarà. Che sarà della mia vita chi lo sa? So far tutto o forse niente. Da domani si vedrà. E sarà, sarà quel che sarà!” non sono parole che toccano davvero le vite di tutti noi? Le persone, tutte, che si sono ritrovate a cambiare città o paese, hanno sperimentato un vero e proprio salto nel vuoto. Quell’incertezza che sta alla base delle scelte importanti, ma che diventa forza per raggiungere i propri sogni.
Qui la voce di Cristina, volontaria di Quinto Vicentino
La condivisione che nasce dalla cura
La scelta di partire, la scelta di restare. Quando la relazione è autentica diventa davvero uno scambio orizzontale. Fatuma, arrivata in Italia grazie ai corridoi umanitari di Caritas Italiana, racconta la difficoltà di partire, la paura e le aspettative per il nuovo contesto. Così Cristina, volontaria delle Caritas di Malo, si sente di condividere una parte della propria vita passata. Quante volte riusciamo a mostrarci per quello che siamo? A volte il ruolo che abbiamo (educatore, volontario, genitore) ci spinge ad essere infallibili agli occhi dell’altro. Superare questa barriera, invece, può aprire una strada nuova: quella di una relazione libera ed autentica, presupposto per crescere tutti ed insieme.
Qui le voci di Fatuma e Cristina:
Identità in transito
L’esperienza migratoria è, prima di tutto, un viaggio di ridefinizione della propria identità. Toyba, lungo il periodo di accoglienza in Caritas, ha incontrato un modo nuovo di vivere e questo ha influito molto sulla ridefinizione del suo ruolo e delle dinamiche famigliari. L’Europa non è vista solamente come luogo di riappropriazione della libertà, è anche un posto in cui è possibile perdersi, imparare cattive abitudini. E’ interessante accogliere l’immagine che gli altri hanno di “noi”, per cogliere aspetti nuovi del nostro vivere!
Qui la voce di Toyba:
Il teatro, per essere felici!
Da aprile a settembre 2024 abbiamo realizzato alcuni laboratori teatrali che hanno coinvolto una cinquantina fra volontari, operatori e persone accolte. È stata un’esperienza davvero positiva perché il teatro livella le relazioni, è divertimento e apre a nuove forme di comunicazione. Quella rischiosa relazione di potere che nasce quando c’è separazione fra chi accoglie e chi è accolto, d’un tratto scompare ed è in questo momento che possiamo toccare l’autenticità di noi stessi nel rapporto con gli altri.
Qui la voce di Federico, organizzatore dei laboratori teatrali:
(in)visibile, di Marco dal Maso
La mostra comprende anche un’installazione, composta da un doppio ritratto che ha come soggetti alcune persone presenti ai laboratori di teatro e sull’accoglienza del progetto “Dov’è Agadez”.
Il primo ritratto “invisibile” è stato realizzato nello studio di Marco Dal Maso. I soggetti hanno posato al buio per diversi secondi e hanno raccontato, non verbalmente, i percorsi che li hanno portati fino a qui. La condivisione ha previsto l’ascolto di 3 canzoni scelte da loro, insieme ai co-protagonisti del ritratto. Il soggetto e gli auditori sono statu illuminati da una piccola torcia portatile, e sono stati ritratti in una particolar e foto di gruppo.
Il secondo ritratto “visibile” è ambientato in un luogo scelto dal soggetto ed è una polaroid. L’installazione è poi corredata di alcune casse applicate dietro ad alcuni pannelli e riproducono parti dei brani scelti, alcune parole pronunciate dalle persone ritratte nelle foto o alcuni suoni dei luoghi di accoglienza.
L’effetto è immersivo e, posizionandosi al centro dell’installazione sembra proprio di essere chiamati dalle foto.
Dov'è Agadez? Costruiamo comunità accoglienti: il senso del progetto
La città di Agadez, in Niger, è tristemente nota come crocevia del pericoloso viaggio che affrontano i migranti provenienti dall’Africa Sub-Sahariana. A causa di un complesso insieme di politiche di controllo della migrazione, le persone che vi restano bloccate sono esposte a ogni forma di vulnerabilità, violenza, tortura.
Eppure, nella lingua locale tamasheq, Agadez significa “luogo di incontro”. Ed è questo il senso del nostro progetto: contribuire allo sviluppo di comunità interculturali accoglienti e integrate, promuovendo la conoscenza del fenomeno migratorio nella sua complessità e azioni di inclusione a favore delle persone migranti.
Siamo gli operatori e gli oltre 140 volontari e volontarie di Associazione Diakonia Onlus – ente gestore dei servizi-segno di Caritas Diocesana Vicentina: per noi l’accoglienza è un fenomeno umano che, come tale, vive di relazioni. Non è solo un fatto di numeri, di politiche migratorie o di questioni giuridiche. Trovare Agadez, e farla propria, significa cercare e trovare la Pace di cui tutta l’umanità ha bisogno. Dopo aver riflettuto su questi temi con il laboratorio sull’accoglienza e averli sperimentati con i laboratori teatrali, proponiamo ora la fase conclusiva del progetto, ossia il “Dov’è Agadez Festival”.
Dov'è Agadez Festival
Dal 21 al 23 settembre a Vicenza e il 28 e 29 settembre a Tavernelle di Sovizzo si terrà un vero e proprio festival per celebrare tutte le iniziative realizzate. Proporremo una serie di incontri di sensibilizzazione sul tema delle migrazioni, inaugureremo la mostra dedicata all’accoglienza generata dai laboratori interculturali, daremo restituzione dei corsi di teatro “Tekel Theatre – laboratorio teatrale interculturale” e molto altro ancora! Ecco il programma completo del festival. Vi aspettiamo!
Laboratorio sull'Accoglienza - realizzato nel maggio 2024
Titolo: “Il sonno della ragione genera mostre: Laboratori di comunità sul tema dell’accoglienza”
Date e luoghi: 06/05 e 13/05 presso Porto Burci (Contrà dei Burci n. 27, Vicenza); 21/05 e 28/05 presso Centro Diocesano Mons. Onisto – Sala dei Consigli (Via Rodolfi, 14/16, Vicenza).
Orario: dalle 20.00 alle 22.30.
Si richiede la partecipazione a tutti e quattro gli incontri.
Il sonno della ragione genera… mostre. Le attuali politiche migratorie e di accoglienza sono spesso invisibili: con questi laboratori vogliamo far emergere quanto di positivo può esprimere la comunità su questo tema, a partire da chi l’accoglienza la vive nei diversi suoi aspetti. Vogliono essere uno spazio e un tempo privilegiato di confronto tra adulti, aperto a volontari Caritas, persone inserite nel sistema di accoglienza e cittadinanza. Attraverso la riflessione e la costruzione comunitaria di contenuti, vogliamo creare una mostra dedicata all’accoglienza e alle innumerevoli parole che essa contiene: prossimità, difficoltà, confronto, l’altro da me. Tutti i partecipanti saranno coinvolti, in maniera interattiva, e saranno proprio le storie delle persone a dar vita e forma alla mostra.
Trattandosi di un percorso condiviso, si consiglia la partecipazione a tutti e quattro gli incontri, anche perché per risvegliare la coscienza è necessaria… una buona dose di volontà!
ISCRIZIONI
Tutte le attività proposte sono gratuite. Per partecipare è necessario iscriversi entro il 28/04/2024 tramite il seguente link: www.tinyurl.com/doveagadez
Laboratori Teatrali (con il sostegno, per l'appuntamento di Brendola, della Polisportiva Brendola) - realizzati tra maggio e settembre 2024
Titolo: “Tekel Theatre” Laboratorio teatrale interculturale
Date e luoghi. (dove e quando)
- Brendola (Centro di pubblica utilità/palestra – Via Martiri delle Foibe 10, Vo’ di Brendola) il 04/05, 11/05, 18/05, 25/05, 01/06 dalle 10.00 alle 11.30
- Bassano Del Grappa (Centro Ricreativo San Lazzaro – Via S. Giuseppe, 4) il 08/06, 15/06, 22/06, 29/06, 06/07 dalle 10.00 alle 11.30
- Vicenza (Cooperativa PariPasso – Via Giosuè Carducci 13, Vicenza) il 31/08, 07/09, 14/09, 21/09 dalle 10.00 alle 11.30
Il laboratorio teatrale è pensato per creare inclusività e dare vita ad una modalità alternativa di apprendimento della lingua italiana per le persone analfabete e non solo. È aperto alle persone accolte nei centri di accoglienza, ma anche ai volontari e chiunque voglia intraprendere un percorso teatrale in un contesto multiculturale.
NB. Si richiede la partecipazione a tutti e cinque gli incontri della sede prescelta.
La prima parte del corso si svolgerà in due gruppi separati, a Brendola e Bassano e prevede un insieme di esercizi e attività graduate, che permetteranno di esplorare le capacità di ognuno, abbattendo piano piano timidezza e timori.
I due gruppi si uniranno poi a Vicenza per una seconda fase (a partecipazione facoltativa), in cui si lavorerà alla restituzione finale, da presentare in settembre, in occasione del DOV’E’ AGADEZ festival.
ISCRIZIONI
Tutte le attività proposte sono gratuite. Per partecipare è necessario iscriversi entro il 28/04/2024 tramite il seguente link: www.tinyurl.com/doveagadez
I laboratori teatrali si attiveranno con un numero minimo di 7/8 iscritti ed un massimo di 15.