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Cosa pensano del Covid-19 le vittime di tratta?

Cosa pensano del Covid-19 le vittime di tratta?

Diakonia Onlus continua l’impegno d’assistenza alle persone in difficoltà. In particolare, alle beneficiarie del progetto Right Way (donne nigeriane tra cui vi sono anche madri con minori a carico) son stati garantiti l’aggiornamento e la traduzione anche in lingua inglese delle misure di prevenzione adottate del Governo, in quanto i siti ufficiali e gli stessi decreti sono tutti in lingua italiana. Inoltre, le operatrici di Diakonia onlus continuano il supporto alla maternità anche attraverso la mediazione con diversi servizi territoriali (assistenti sociali, medici di base, pediatri) e i beni di prima necessità al bisogno.

Un sondaggio sulla consapevolezza delle donne inserite in programmi d’integrazione.

Riguardo all’emergenza sanitaria, finora le beneficiarie del progetto a Vicenza hanno dimostrato di essere ben informate quanto alle misure di prevenzione e ai dispositivi di protezione della popolazione. “Non ho paura, so cosa devo fare, conosco i 10 comportamenti: devo lavare spesso le mani, coprire naso e bocca quando starnutisco o tossisco e devo restare a casa…”.

Le ragazze hanno colto l’importanza delle misure d’isolamento, in atto dal 9 marzo 2020 in tutta Italia, manifestando preoccupazione ma anche pazienza e tenacia specie in rapporto ai figli. “Sono stanca di stare sempre a casa. È difficile soprattutto con i figli. Voglio solo che il virus vada via molto presto, così possiamo tornare ad una vita normale e proprio per questo dobbiamo avere pazienza, rispettare le regole e restare a casa”.

Infine sorprende l’aspettativa positiva e la fede con cui affrontano questo periodo, consapevoli dell’opportunità di un Servizio sanitario nazionale che in Italia assicura le cure a tutti, senza distinzioni. “Sto leggendo ogni giorno le notizie e pregando che Dio faccia in modo che tutto questo finisca, aiutando i medici che negli ospedali stanno curando i malati senza distinguere tra ricchi e poveri, tra bianchi e neri. Non ho paura perché anche l’ebola, che nel mio paese ha ucciso tanta gente, ad un certo punto è finita. Son sicura che anche per questo contagio si troverà una soluzione”.

Dalla newsletter N°7 del Progetto europeo “RIGHT WAY. Building integration pathways with victims of human trafficking” finalizzato a sviluppare un percorso di integrazione olistico e duraturo per l’inclusione sociale ed economica di donne nigeriane sopravvissute alla tratta. Il progetto, coordinato da Comunità Papa Giovanni XXIII, include i seguenti partners:  Associazione Farsi Prossimo (Faenza), Associazione Diakonia onlus (Vicenza), Comunità Progetto sud onlus (Lamezia Terme), Fondazione Caritas onlus dell’Arcidiocesi di Pescara – Penne, Fondazione Caritas di Senigallia onlus, Fondazione diocesana Caritas di Trieste onlus, ICMC Europe (Belgio).

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