Blog

Un inaspettato regalo “al contrario”

Un inaspettato regalo “al contrario”

Questa storia proviene da Piazzola sul Brenta. La raccontano i volontari della Caritas Vicariale: vuole rappresentare, scrivono, “un immenso grazie che vorremmo arrivasse a tutti i volontari Caritas d’Italia, per tutti i momenti difficili, per tutti i ‘ma chi ce lo fa fare’, che in un attimo vengono spazzati via da un piccolo gesto, d’amore, come questo”.

Il gesto d’amore è il regalo di Federico (il nome è di fantasia), che si è trasformato in uno splendido dono di Natale per oltre 30 famiglie che si rivolgono per un aiuto alla Caritas di Piazzola. Il 2020 ha tolto molto a queste famiglie, ma grazie a questo dono, continuano i volontari, “abbiamo potuto farle sorridere e noi abbiamo sorriso con loro nel vedere la loro sorpresa di fronte ad un regalo inaspettato, che ha addolcito la fine e l’inizio dell’anno”.

Ecco il racconto. È la voce di una volontaria, ma in realtà è la voce di tutta la famiglia Caritas di Piazzola sul Brenta.

Federico, 41 anni, sposato, 2 bambine. Ci ha cercato ed è passato in sede Caritas tre volte tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020. Ha voluto sapere di noi, ma raccontava sempre di sé, dei mesi passati in rianimazione, a stretto contatto con la morte.

Voleva dare un suo contributo come volontario Caritas, ma riflettendo assieme a lui gli ho detto che aveva troppo dolore “dentro”, che doveva trovare pace e che più avanti, con serenità, ne avremmo riparlato, ma poi è arrivata la pandemia.

Ho avuto problemi nel rapportarmi con lui, nel senso che mi sentivo inadeguata, impotente, incapace di aiutarlo. Ci voleva una persona con diverse competenze, qualcuno che sapesse analizzare e trasformare il suo terribile vissuto in speranza.

A metà dello scorso dicembre mi richiama e ci diamo appuntamento in sede Caritas. Cerco una collega volontaria per fare coppia: aveva accennato ad alimenti da donare e magari servivano braccia per trasportarli in sede.

Mi chiede anche quanti volontari siamo, dice che porta qualcosina per noi: un segno di riconoscenza per ciò che facciamo. Gli spiego che non serve…

É arrivato con l’auto strapiena di alimenti: panettoni, latte, biscotti, ovetti di cioccolata per i bambini, patatine, succhi di frutta, bibite, sacchetti di caramelle… la fine del mondo… arriva anche un furgone, scarica un cesto incredibile di frutta per ogni volontario. Su ogni cesto, una lettera appesa. Sul tavolo ha appoggiato 500 euro per acquistare alimenti e pagare qualche bolletta. 

Ci ringrazia, sottolineando quanto per lui e gli altri noi volontari siamo stati importanti. Rispondo che con lui mi sono sentita a mani vuote, senza giuste parole di consolazione, ma lui ribadisce che non ho capito quanto io sia stata importante.

Realizzo che forse aveva bisogno di parlare, di svuotarsi. Non aveva bisogno delle parole che non ho saputo dire, ma di qualcuno che ascoltasse.

Quando se n’è andato, siamo rimaste esterrefatte, abbiamo letto la lettera che ci ha lasciato e gli occhi non hanno saputo trattenere le lacrime.

Non so nemmeno il suo cognome, per quanto non abbia rilevanza alcuna…

Ecco la lettera:

Ed ecco una riflessione di un’altra volontaria, sempre a nome di tutto il gruppo, dopo aver letto la lettera di Federico.

Non so che persona fosse Federico prima, ma so che compagna di viaggio può essere la morte, che amico fidato è il dolore. Entrambi  non lasciano scampo, ti costringono a FERMARTI,  a guardare a tutto ciò che conta davvero, a scrollarti di dosso falsità, ipocrisie, arrivismo, a ricercare autenticità, a circondarsi del profumo buono della carità, a deconcentrarsi da se stessi, guardando agli altri con occhi nuovi, occhi d’amore, perché è l’unica strada per poter “accettare” il dolore e non aver paura della morte.

GRAZIE FEDERICO… e grazie a voi volontari Caritas, che ACCOGLIETE sempre, ancor prima di ASCOLTARE.

I doni di Federico

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


The reCAPTCHA verification period has expired. Please reload the page.