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“Virus & Psiche”, prendersi cura della salute mentale nell’era pandemica

“Virus & Psiche”, prendersi cura della salute mentale nell’era pandemica

In un anno un aumento del 17% delle richieste di supporto psicologico attraverso i servizi-segno di Caritas Diocesana Vicentina gestiti dall’Associazione Diakonia onlus. È l’effetto della pandemia sulla salute mentale di molte persone: 369 quelle accompagnate dall’aprile 2020 all’aprile 2021, contro le 309 dell’anno precedente. Disturbi d’ansia e del sonno, depressione, disturbi da stress post-traumatico, disagio psicologico, stress, ma anche un diffuso senso di solitudine, soprattutto tra i giovani: questi i sintomi maggiormente riscontrati.

Insomma, una situazione molto preoccupante, che ha spinto Caritas Diocesana Vicentina ad elaborare un nuovo progetto, denominato “Virus & Psiche. Forme di supporto psicologico alla popolazione fragile colpita dalla pandemia Covid-19” e sostenuto anche dal Fondo di Beneficenza di Intesa Sanpaolo. Obiettivo? Rispondere al disagio psichico diffusosi a causa della pandemia e delle conseguenti restrizioni attraverso un supporto psicologico strutturato e innovativo, con un’azione ad ampio raggio che permetta, allo stesso tempo, di ampliare una rete di supporto sociale atta a stimolare tutta la comunità.

Le azioni del progetto

Si calcola che il progetto, in un anno di attività, potrà avere in tutto il territorio diocesano circa 180 beneficiari diretti, che arriveranno fino a 900 se si tiene conto anche dei loro familiari o caregiver e della loro rete sociale di riferimento. I destinatari sono identificati in quattro gruppi: gli ex malati di Covid-19 e i loro familiari che lamentano, anche dopo la convalescenza, depressione, ansia, affaticamento, stress post-traumatico e, di rado, malattie neuropsichiatriche; le persone che, a causa delle restrizioni sociali, hanno iniziato a provare una forte sensazione di solitudine e isolamento; le persone che hanno sofferto per lutti, non solo causati dal Covid, nella cerchia familiare e amicale e che necessitano di un supporto per l’accettazione, appunto, del lutto, resa complicata dalle misure restrittive; persone che, per cause varie, prima della pandemia erano già in uno stato di fragilità (anche per via di un disturbo psichiatrico), che si è aggravato per il forte isolamento sociale venutosi a creare a causa dell’emergenza sanitaria.

Per raggiungere l’obiettivo di offrire supporti psicologici mirati e, di conseguenza, mitigare il disagio sociale e alleviare il carico di lavoro sul sistema socio-sanitario, il progetto si baserà su tre azioni principali.

La prima riguarda l’avvio di percorsi individuali di supporto psicologico presso il servizio di sostegno psicologico con sede a Vicenza. Il servizio coprirà un vasto territorio provinciale grazie ai “Davide e Golia” di Malo, Piazzola sul Brenta, Bassano del Grappa, estendendosi inoltre nell’area veronese che ricade nella stessa diocesi di Vicenza. Per fare questo, si dedicherà una particolare attenzione alla formazione degli psicologi coinvolti nel progetto.

La seconda concerne le attività di gruppo presso i “Davide e Golia”, che sono stati rafforzati tramite laboratori teatrali e creativi, che aiutano a migliorare le relazioni interpersonali, l’empatia e l’autostima, e corsi di attività motoria dolce, che abituano nuovamente il fisico a muoversi, contribuendo ad evitare le patologie dovute ad una vita troppo sedentaria.

Vi è infine il rafforzamento del servizio-segno dei Gruppi di Auto Mutuo Aiuto per persone in lutto, attraverso la costituzione di tre nuovi gruppi in presenza a Monticello Conte Otto, Povolaro di Dueville e Caldogno, che fanno salire a 17 il totale dei gruppi attivi nel territorio diocesano. A ciò si aggiunge la possibilità, per tutte le persone che hanno avuto un lutto, soprattutto in questi due anni, di avere dei colloqui gratuiti con la psicologa del servizio.

“A sostegno di questo progetto – spiega il direttore di Caritas Diocesana Vicentina, don Enrico Pajarin – vi sono anche i Centri di Ascolto delle Caritas parrocchiali che, in quanto sentinelle del territorio, sono in grado di captare il malessere nelle comunità locali e individuare i soggetti più fragili, spesso nascosti, che necessitano di un supporto immediato. Lo scopo è quello di coinvolgere non solo loro, ma anche le loro famiglie, le comunità di riferimento e le istituzioni socio-sanitarie, perché è solo facendo rete che si possono evitare ricadute ancor più gravi sull’intera società”.

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